CARATO o KARATO?

CARATO o KARATO?

Una delle domande più frequenti è: ma la misura del carato si utilizza per le pietre o per l’oro?
Beh, la risposta è molto più semplice di quanto si potrebbe pensare… Questa unità di misura si utilizza per entrambi gli elementi, ma ci sono delle importanti differenze in merito.

Il Carato nell’oro

In passato, l’unità di misura ufficiale per l’oro era il Carato (kt). Questa misurazione indicava il grado di purezza dell’oro, un metallo che solitamente veniva mescolato ad altri metalli come l’argento per conferirgli la giusta durezza e ottenere diverse leghe metalliche. Idealmente, la massima purezza dell’oro si aveva con l’oro a 24 carati, ma poiché era molto malleabile, non veniva mai utilizzato da solo. Solitamente, si creava una lega con altri metalli per aumentarne la rigidità. In Italia, l’oro di maggior valore era quello a 18 carati, che consisteva in una lega costituita da 18 parti di oro e 6 parti di altri metalli ed era perfetto per la creazione di gioielli. Infatti, essendo legato ad altri materiali, risultava molto più resistente. C’erano poi leghe sempre meno pure e decisamente più economiche come l’oro a 14 carati o a 9 carati.

In Italia, non si usa proprio dire “kt” quando si parla dei gioielli. Invece, si preferisce indicare la purezza dell’oro in termini di millesimi nella lega. Quindi, magari vi è capitato di leggere da qualche parte su un gioiello un bel marchio con scritto “750”. Ecco, quel marchio significa che ci sono 75 parti di oro e 25 parti di altri metalli come l’argento e il rame nella lega. Insomma, è come dire che l’oro è “18kt”. Però, se si tratta di oro 14kt, allora il marchio diventa “585” e per l’oro 9kt sarà “375”.
Ah, un’altra cosa da tenere a mente è che i carati si possono riconoscere anche dal colore. Dipende tutto dalla quantità di oro nella lega. L’oro 24kt ha un colore bello acceso e caldo, mentre l’oro con una purezza inferiore può avere colori diversi, perché ci sono altri metalli mixati.
Sapete che i gioiellieri da sempre aggiungono altri metalli per ottenere colori diversi? Ad esempio, si ottiene l’oro rosa aggiungendo più rame alla lega, mentre l’oro verde ha più zinco e argento nella sua composizione. E l’oro bianco, naturalmente, tende a essere leggermente giallino. Ma per renderlo bianco si aggiunge il nichel o si fa una rodiatura. Quindi, ecco a voi un po’ di curiosità sui gioielli!

Il Carato nelle pietre preziose

Il carato è una delle “4 C del diamante”, che comprendono: Colore, Purezza, Taglio e Carato. Il carato è l’unità di misura usata per il peso dei diamanti, dove 1 carato equivale a 0,2 grammi.

Ciò che molti non sanno è per quale motivo si utilizza il termine Carato per questa tipologia di misurazione: è un termine molto antico e deriva dalla parola araba qīrāṭ, ovvero grano di carruba. Ma la vera e propria adozione di tale terminologia associata al peso dei diamanti arriva nel 1832 in Sud Africa. Ai tempi era il luogo di maggior produzione e commercio di diamanti nel mondo e fu stabilito proprio lì il rapporto tra carati e misure del sistema metrico decimale.

Inoltre, una credenza ormai sfatata da anni ma ancora suggestiva per chi è del mestiere, era che i semi delle carrube fossero identici tra loro e, pertanto, del medesimo peso (il che ha reso queste semini perfette per poter definire, con l’ausilio di una bilancia a braccia uguali, il relativo peso dei diamanti).